I tribunali del Bahrein hanno comminato condanne detentive contro 6 attivisti anti regime di cui due condanne all'ergastolo.
Giovedì scorso i tribunali del paese arabo hanno condannato due imputati all'ergastolo dopo averli riconosciuti colpevoli di "raduni illeciti e di aver preso di mira un'auto di pattuglia della polizia con un ordigno esplosivo nel villaggio di Nuwaidrat".
Separatamente, quattro imputati sono stati condannati a tre anni di prigione per attività politica contro il regime monarchico degli al-Khalifa, secondo quanto riportato da Press TV.
In un altro sviluppo, il famoso religioso sciita Sheikh Khalid Fadhil al-Zaki, arrestato dalle forze del regime alla fine del mese scorso, si è visto prolungare la custodia cautelare per altri 15 giorni, in attesa di indagini.
Le forze del Bahrain hanno arrestato Sheikh Zaki insieme a quattro giovani, identificati come Ahmed Abdullah al-Zaki, Reza al-Houri, Abbas Muhammed Jaafar al-Zaki e Sayed Hussein Hashim durante le incursioni nelle loro case nei villaggi settentrionali di Abu Saiba e Shakhura il 30 novembre.
Le proteste in Bahrein hanno avuto inizio nel 2011 sull'onda delle cosiddette primavere arabe. Da allora il paese è ininterrottamente attraversato da manifestazioni anti regime.
I manifestanti chiedono che il regime rinunci al potere assoluto e consenta la creazione di un sistema equo che rappresenti tutti i cittadini.
Il regime ha fatto di tutto per reprimere ogni segno di dissenso. Il 14 marzo 2011 truppe provenienti dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti sono state dispiegate per assistere il Bahrein nel suo giro di vite.
Decine di persone hanno perso la vita e altre migliaia sono state ferite o arrestate a seguito della violenta repressione del regime monarchico degli al Khalifa.
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