IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 14

8:30 - October 02, 2022
Notizie ID: 3488066
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 14

 

Gli uomini d’Ibn Sa´d saccheggiano e bruciano le tende dell’Imam Husseyn (as)

Si narra che dopo il martirio di Husseyn (as) una serva uscí dalle tende e un uomo le disse: “O serva di Dio, il tuo signore è stato ucciso!”. Ella narra la seguente vicenda: “Quando sentii quella notizia mi diressi urlando verso le tende delle donne, le quali a sentirmi gridare si alzarono tutte e iniziarono a piangere, a lamentarsi; dopodiché gli uomini d’Ibn Ziad si diressero velocemente verso l’accampamento di Husseyn (as) per saccheggiare i beni dei figli del Profeta (S), delle creature di Fatima (as): strappavano persino il velo che le donne portavano per coprirsi.

Le figlie del Profeta (S) uscirono quindi dalle tende e iniziarono a piangere, a lamentarsi per aver perso gli uomini che le difendevano e si curavano di loro”. Hamid Ibn Muslim narra che una donna, appartenente alla tribú dei Baní Bakr Ibn Wa’il, che, insieme a suo marito, era venuta a Karbalà con l’armata d’Ibn Sa´d, quando vide gli uomini di quest’ultimo attaccare le donne della famiglia di Husseyn (as) e saccheggiare le sue tende, impugnò una spada e si diresse verso le tende dicendo: “O famiglia di Bakr Ibn Wa’il, stanno saccheggiando i vestiti delle figlie del Profeta in vostra presenza?! Non v’è giudizio all’infuori di quello divino! Ya latharati Rasulillah!”. Dopo questo avvenimento, la donna fu ricondotta alle tende dal marito.

Si narra che gli uomini d’Ibn Sa´d dopo avere saccheggiato le tende le bruciarono e le nobili donne della famiglia di Husseyn (as), depredate dei loro abiti, si riversarono fuori dalle tende con il capo scoperto e a piedi nudi, piangendo e lamentandosi. Mentre venivano portate via - in modo umiliante - come prigioniere, dicevano agli uomini d’Ibn Sa´d: “Vi scongiuriamo, in nome di Dio, di farci passare davanti al cadavere dell’Imam Husseyn”. Quando arrivarono al luogo dove erano caduti i martiri e videro i loro cadaveri, urlarono e si colpirono la testa e il viso con le mani.

Zainab e il cadavere di Husseyn (as)

Un narratore di hadith dice: “Giuro su Dio che non dimenticherò mai il momento in cui Zainab, la figlia del Principe dei Credenti, piangeva e si lamentava per la morte di suo fratello Husseyn; con voce triste e piena di dolore, diceva: “O Muhammad, o nobile nonno, che la pace degli angeli sia su di te! Questo è il tuo Husseyn che si voltola nel proprio sangue, il cui corpo è stato fatto a brandelli, e queste sono le tue figlie che sono state fatte prigioniere.

Denuncio queste ingiustizie a Dio, a Muhammad l’Eletto, ad °Alì il Prediletto, a Fatima la Splendente e a Hamzà, il Signore dei Martiri. O Muhammad, questo è il tuo Husseyn che, caduto senza vestiti sulla terra di Karbalà, viene ricoperto di polvere dallo zeffiro. Questo è il tuo Husseyn che è stato ucciso dall’ingiustizia dei Figli Illegittimi. Ahimé, o Abà Abdillah, oggi mio nonno, il Messaggero di Dio, è morto! O compagni di Muhammad, questi sono i figli del vostro Profeta che sono portati via al pari di prigionieri”

Un’altra tradizione afferma che Zainab disse: “O Muhammad, le tue figlie sono state fatte prigioniere, i tuoi figli sono stati uccisi e lo zeffiro ricopre di sabbia i loro cadaveri. Questo è il tuo Husseyn, la cui testa è stata mozzata dalla nuca, il cui turbante e mantello sono stati depredati.

Che mio padre sia sacrificato per colui i cui uomini sono stati uccisi e il cui accampamento è stato saccheggiato nel mezzogiorno di lunedí; che mio padre sia sacrificato per colui le cui tende sono state distrutte, che mio padre sia sacrificato per colui che non ha parente o compagno che non sia stato ucciso o fatto prigioniero. Che mio padre sia sacrificato per colui le cui ferite sono tali da non potere essere guarite, che mio padre sia sacrificato per chi avrei voluto essere sacrificata per lui, che mio padre sia sacrificato per colui il cui cuore era pieno di tristezza e angoscia fino a che non lasciò questo mondo. Che mio padre sia sacrificato per colui che aveva molta sete e in questo stato fu ucciso, che mio padre sia sacrificato per colui il cui nonno è Muhammad l’Eletto, il messaggero del Signore dei Cieli, che mio padre sia sacrificato per chi è figlio di colui che il sole è stato fatto ritornare indietro per lui”. Un narratore di hadith dice: “Giuro su Dio che Zainab col suo pianto fece piangere tutti, amici e nemici”

Sukainah si avvicinò al cadavere del padre e lo abbracciò; vennero quindi alcuni Arabi e l’allontanarono dal corpo senza vita di Husseyn (as).

Umar Ibn Sa´d si dispose tra i suoi uomini e gridò: “Chi è disposto a passare sul corpo di Husseyn e a schiacciargli la schiena e il petto con gli zoccoli del proprio cavallo?”. Dieci dei suoi uomini s’impegnarono di compiere questo {spregevole} atto; i loro nomi sono: Ishag Ibn Haubah (lo stesso che gli rubò la camicia), Akhnas Ibn Marthad, Hakím Ibn Tufail As-sunbusiyy, Umar Ibn Sabíh As-saidawiyy, Rajà Ibn Munghiz Al´abdiyy, Sàlim Ibn Khuthaimah Al-ju´afiyy, Hani Ibn Shibth Al-hadramiyy e Usaid Ibn Màlik (che Iddio li maledica).

Passarono quindi con gli zoccoli dei propri cavalli sul corpo di Husseyn (as) fratturandogli le ossa del petto e della schiena. Queste dieci persone, ritornate a Kufa, andarono da Ibn Ziad, al quale Usaid Ibn Màlik disse: “Noi abbiamo rotto il petto e la schiena {di Husseyn (as)}, con veloci, lunghi e potenti cavalli”. Ibn Ziad chiese allora: “Chi siete voi?”. Risposero: “Coloro che passarono con i propri cavalli sul corpo di Husseyn, rompendogli le ossa del petto e della schiena”. Su ordine d’Ibn Ziad fu loro data una un’esigua ricompensa; Abú Umar Az-zàhid dice: “Osservai quei dieci uomini e vidi che erano tutti figli illegittimi”.

Queste dieci persone furono arrestate da Al-mukhtar, il quale inchiodò le loro mani e i loro piedi al suolo e ordinò che con dei cavalli si passasse sui loro corpi; in tal modo morirono.

Ibnu Riàh narra che un giorno vide un uomo cieco che, il giorno del martirio di Husseyn (as), era presente a Karbalà. Quando gli fu chiesta la ragione della sua cecità, egli raccontò la seguente storia: «Eravamo dieci amici e andammo a Karbalà per uccidere Husseyn; io però non feci uso della spada e non lanciai nessuna freccia. Dopo che Husseyn fu ucciso ritornai a casa, eseguii la preghiera della sera e mi coricai. In sogno vidi una persona avvicinarsi a me e dirmi: “Il Messaggero di Dio ti vuole vedere: alzati dunque ed esaudiscilo!”. Dissi: “Cosa c’entro io con lui”. Quella persona m’afferrò e, trascinandomi, mi portò dall’Inviato di Dio. Vidi il Profeta seduto in una deserta piana; egli aveva tirato su le maniche e teneva in mano un’arma.

Aveva di fronte un angelo con in mano una spada di fuoco; questo angelo uccise i miei nove compagni, ogni colpo che ricevevano venivano completamente avvolti dalle fiamme, bruciando. Io andai dal Messaggero d’Allah, m’inginocchiai dinanzi a lui e dissi: “La pace sia su di te, o Inviato di Dio”, egli però non rispose e rimase in silenzio per un lungo periodo, dopodiché alzò la testa e disse:

“O nemico di Dio, mi hai mancato di rispetto, hai ucciso la mia famiglia, ha calpestato i miei diritti e… hai fatto quel che hai fatto!”. Io risposi: “O Messaggero di Dio, giuro su Dio che non ho dato un solo colpo di spada né di lancia, non ho lanciato una sola freccia per uccidere i tuoi figli”. Il Profeta disse allora: “È vero, tuttavia hai contribuito a rendere piú folta la schiera degli armati che uccisero Husseyn”. “Avvicinati a me” disse il Profeta; io mi avvicinai e vidi vicino a lui un catino pieno di sangue, mi disse allora: “Questo è il sangue di mio figlio Husseyn”. Dopodiché spalmò un po’ di quel sangue sui miei occhi. Da quando mi sono svegliato da quel sogno, non vedo piú nulla»

Fatima (as) nel Giorno del Giudizio

L’Imam as-Sadeq (as) narra che l’Inviato d’Allah (S) disse: «Nel Giorno del Giudizio sarà elevata una cupola di luce per Fatima. Husseyn, con la propria testa nella mano, farà ingresso nel mahshar; quando Fatima lo vedrà, si lamenterà in modo tale che tutti gli angeli e i profeti piangeranno per lei. Dio mostrerà quindi Husseyn a Fatima con il migliore aspetto; egli combatterà i suoi assassini, quelli che lo uccisero e quelli che collaborarono ad assassinarlo.

Io quindi li ucciderò uno ad uno e dopo che saranno ritornati in vita saranno uccisi dal Principe dei Credenti; ritorneranno quindi un’altra volta in vita e saranno uccisi da Hasan. Risusciteranno, e questa volta saranno uccisi da Husseyn, dopodiché risorgeranno ancora e saranno uccisi da ciascuno dei nostri discendenti. Solo allora la nostra ira si spegnerà e noi dimenticheremo le nostre pene».

L’Imam as-Sadeq (as) in questa tradizione continua dicendo: “Che Iddio benedica i nostri seguaci, giuro su Dio che a causa delle lunghe pene e sofferenze che hanno patito per tale disgrazia, condivideranno con noi la ricompensa che Dio ci accorderà per essa”

Si narra che il Profeta (S) disse: «Nel Giorno del Giudizio, Fatima, con un gruppo di donne, verrà nella piana ove sono riunite le anime e gli sarà detto di entrare in Paradiso; lei dirà: “Non entrerò fino a quando non saprò che cosa hanno fatto con la mia progenie dopo di me”. Gli sarà quindi detto: “Osserva il centro della piana”, e quando guarderà il punto indicatogli vedrà Husseyn fermo, in piedi, senza testa. A vedere questa scena griderà in modo tale da fare gridare anche me e gli angeli».

Un’altra tradizione dice: «Fatima a vedere Husseyn griderà: “O figlio mio, o amato figlio”. Dio s’incollerirà quindi a causa {delle pene} di Fatima e incaricherà un particolare fuoco, chiamato Hab Hab - diventato nero dopo essere arso mille anni, nel quale non entrerà mai quiete e tranquillità e dal quale la tristezza e l’affanno non usciranno mai - di raccogliere gli assassini di Husseyn. Quando li avrà raccolti tra la gente, quando saranno caduti in esso, il fuoco lancerà un tremendo grido e divamperà, e lo stesso faranno quelle persone, esclamando: “O Signore, perché hai reso obbligatorio il fuoco prima a noi che agli idolatri, dannandoci?”. Sarà loro detto: “Chi sa non è come chi non sa…”»

Queste due tradizioni sono narrate da Ibn Bàbiwaih nell’opera Igabu-l’a´mal. Nel trentesimo volume dell’opera Tazyil - scritta da Shaykhu-l-muhaddithin Bi Baghdad Muhammad Ibn An-najjàr, nella parte dedicata alla biografia di Fatima figlia di Abi-l-abbàs Al’azudiyy – si narra da Talhah la seguente tradizione: «Ho sentito l’Inviato d’Allah (S) dire: “Mosè, figlio di Imràn, disse a Dio: ‘Mio fratello Aronne è morto, benedicilo dunque!’. Dio allora gli rivelò: ‘O Mosè figlio di Imràn, se tu mi chiedessi di perdonare tutti gli uomini, dal primo all’ultimo, ti esaudirei sicuramente, a eccezione però di ciò che riguarda gli assassini di Husseyn figlio di °Alì Ibn Abitàlib {che non saranno mai perdonati}’”»

 

 

 

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